[Traduzione] Annibale e Maarbale, Littera Litterae 1a n. 2 pag. 151

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view post Posted on 19/4/2010, 13:27




Annibale e Maarbale (Littera Litterae 1a n. 2 pag. 151)

In proelio apud Cannas inter Romanos Poenosque magna Romanorum multitudo occubuit. Parvus superstitum numerus per Italiae oppida, sine armis cibique expers, fuga salutem incolumitatemque quaerebat. Hannibal, laetus ob tantam victoriam, sine mora ac cito itinere cum copiis Romae appropinquavit. Tunc magno terrore Romani invasi sunt. Eteniem intra urbis moenia paucae vigiliae erant et legiones in dissitis regionibus castra habebant. Tunc Maharabal, Carthaginiensium equitum dux, ita Hannibali dixit: "Imperator, si omnes copias contra hostes miseris, sine dubio Romam expugnabimus". Sed a Poenarum imperatore Maharbalis verba neglecta sunt: virtutem enim Romanorum etiam post Cannensem cladem Hannibal timebat. Ducis cunctatio Cartaginiensibus perniciosa fuit: variae Fortunae favor victores deseruit Quiritiumque populum adiuvit. Consules novas tironum legiones conscripserunt et Hannibalis superiores victorias frustraverunt.

Nella battaglia presso Canne tra i Romani e i Cartaginesi cadde una grande moltitudine di Romani. Un piccolo numero di superstiti senza le armi e privo di cibo, cercava la salvezza e l'incolumità con la fuga per le città d'Italia. Annibale, lieto di cotanta vittoria, senza indugio si avvicinò con le truppe a Roma con marcia veloce. Allora i Romani furono invasi di un grande terrore. Infatti vi erano poche sentinelle entro le mura della città e le legioni avevano gli caccampamenti in regioni lontane. Allora Maarbale, condottiero della cavalleria cartaginese, disse ad Annibale così: "Comandante, se tu avrai inviato (lett. futuro anteriore ma tradurrei con invierai) contro i nemici tutte le milizie, senza dubbio espugneremo Roma". Ma furono disprezzate le parole del comandante dei Cartaginesi Maarbale: infatti Annibale temeva la virtù dei Romani anche dopo la disfatta di Canne. L'esitazione del comandante fu dannosa per i Cartaginesi: il favore della versatile Fortuna abbandonò le vittorie e aiutò il popolo Quirito ("quiriti" è a volte usato come sinomino di "cittadini romani"). I consoli arruolarono nuove legioni di reclute e vanificarono le vittorie precedenti di Annibale.
 
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